Petauro dello zucchero

  • Classe Mammalia 
  • Sottoclasse: Metatheria
  • Ordine: Diprotodontia
  • Sottordine: Phalangeriformes
  • Famiglia: Petauridae 
  • Genere: Petaurus
  • Specie: P. breviceps
  • Vita media: 12-15anni
  • Lunghezza:13-15cm corpo e altrettanti di coda
  • Peso: 140g i maschi, 115g le femmine.

Introduzione

Il petauro dello zucchero è un mammifero marsupiale che proviene dalle foreste della Nuova Guinea e dell’est dell’Australia.
In natura è un animale socievole, che forma gruppi numerosi in cui maschi e femmine condividono pacificamente fra di loro; un maschio dominante marchia con il suo odore tutti i componenti della colonia, ed ogni individuo estraneo che sconfini nel territorio viene ferocemente scacciato.
Sono animali strettamente notturni, e come tali hanno occhi molto grandi e sensibili; durante il giorno riposano in tane ricavate nei tronchi degli alberi, e durante la notte escono a caccia di cibo; si nutrono prevalentemente di manna, una linfa molto zuccherina che cola dal tronco di varie piante, di nettare, polline, linfa fresca di acacia ed eucalipto e di frutti molto zuccherini; nella stagione riproduttiva si nutrono anche di insetti, e non disdegnano piccoli vertebrati e uova.
Sono prevalentemente arboricoli, si muovono da un ramo all’altro saltando, oppure planando utilizzando una membrana che unisce gli arti anteriori agli arti posteriori dai polsi alle caviglie, e che viene chiamato patagio; quando sono a terra hanno un’andatura saltellante e si dimostrano più insicuri.
Oltre al patagio presentano altre curiose particolarità, hanno cinque dita per arto, ed anche il quinto dito degli arti posteriori è opponibile per garantire una salda presa; il terzo e quarto dito degli arti posteriori sono fusi a formare un pettine, usato per tenere in ordine la pelliccia.
Gli incisivi sono sporgenti e ben identificabili, ma non crescono continuamente come quelli dei roditori e dei conigli, hanno due canini superiori anche se non molto visibili.
A differenza degli altri mammiferi non presentano le aperture anali e genitali separate, ma un’unica cloaca paragonabile a quella di rettili ed uccelli, da cui vengono espulse le feci, le urine e, nel caso del maschio, il pene che è bifido.
La femmina ha un utero bipartito, e come tutte le femmine di marsupiale non completa una vera e propria gravidanza intrauterina; i feti parzialmente sviluppati dopo una breve gestazione si arrampicano fino al marsupio materno, che si trova a livello dell’ombelico, dove completeranno lo sviluppo grazie all’ambiente protetto (un vero e proprio utero extracorporeo) e al latte.
Il maschio adulto è facilmente riconoscibile dalla femmina, perché presenta una zona priva di peli di forma romboidale chiamata “stella” sulla sommità della testa, che altro non è che una ghiandola odorosa usata per marcare il territorio ed i compagni.
I petauri comunicano tra loro con una varietà di suoni, e possono essere discretamente rumorosi soprattutto in caso di litigi e dispute per il cibo, cosa da considerare bene prima dell’acquisto.
I petauri sono animali sociali, che hanno bisogno di compagnia: se non potete dedicargli tempo e molte attenzioni (e ricordate che è notturno!), è preferibile acquistare almeno due soggetti, perché si facciano compagnia, avendo cura di acquistare animali dello stesso sesso, preferibilmente due femmine, o di fare castrare il maschio se non si vogliono gravidanze indesiderate.

Gestione in gabbia
La gabbia dovrà essere quanto più ampia possibile, sviluppata principalmente in altezza (sono animali arboricoli!) e a prova di fuga, ed all’interno dovranno essere posti dei rami su cui gli animali possano arrampicarsi creando una vera e propria “mini foresta”; in aggiunta ad essi possono essere usate corde, scale e piattaforme rialzate.
Non esistono dimensioni minime reali, ma si consiglia per un esemplare un’altezza di almeno 100cm, larghezza e lunghezza di 50-60cm, da aumentare esponenzialmente in caso di alloggio di più esemplari.
In commercio si possono trovare soluzioni create apposta per petauri, per scoiattoli orientali, voliere per uccelli riadattate allo scopo, o ancora soluzioni casalinghe con rete metallica e legno; l’importante è che risulti facilmente pulibile e lavabile, poiché questi animali tendono a sporcare molto sia con residui di cibo che con deiezioni, e sia i rami che gli arredi andranno puliti o cambiati periodicamente. Per facilitare la pulizia il fondo può essere ricoperto di fogli di giornale, pratici nella sostituzione ed economici.
Oltre a rami e altri arredi dovranno essere collocate più tane dove i petauri possano nascondersi completamente alla luce durante il giorno, che possono variare da casette per uccellini, nidi in vimini, tronchi cavi ecc. da porsi in alto, così come i contenitori per cibo e acqua (per evitare si riempiano di deiezioni).

Gestione in casa

I petauri sono animali attivi e curiosi, e se si da loro la possibilità di uscire per la stanza in cui sono alloggiati non si faranno certo sfuggire l’occasione! Questa pratica è consigliata soprattutto in animali alloggiati in gabbie anguste, ma richiede una preparazione previa della stanza e del proprietario; durante tutta la permanenza all’esterno andranno comunque vigilati, per impedire loro di farsi del male e per evitare di rischiare di calpestarli o far loro del male.
Ogni possibile fonte di pericolo deve essere allontanata (piante tossiche, stufe, altri animali domestici ecc.), e porte e finestra chiuse; sono animali molto rapidi e soprattutto se non ancora abituati al contatto con in proprietario possono tentare (e riuscire) la fuga.
Una volta considerato tutto ciò si può regalare loro qualche “ora d’aria”, sempre di notte e con le luci basse, e molto spesso si divertiranno ad arrampicarsi in punti elevati per poi planare per la stanza.

Alimentazione
I petauri sono animali onnivori, e in natura alternano un’alimentazione ricca di zuccheri (manna e linfa di piante) a proteine animali (insetti, uova, piccoli uccelli). 
Dal momento che in cattività non è possibile replicare con esattezza la dieta naturale della foresta pluviale australiana ci si deve basare su dei sostituiti, principalmente su frutta fresca dolce e verdure (che tuttavia in natura sono alimenti marginali), con una integrazione di proteine che devono rappresentare circa un quarto della dieta. Le varie fonti bibliografiche riportano molte variazioni su questa composizione di base, ed è difficile indicare quale sia la dieta migliore, ma bisogna tenere ben presente che una dieta corretta è di importanza fondamentale per la salute del petauro, dal momento che la maggior parte delle patologie riscontrate in cattività sono proprio causate da un’alimentazione errata.
Il 40% circa della razione alimentare è rappresentato da vegetali, che vanno forniti freschi, lavati (e riscaldati se decongelati) ogni sera sostituendo la razione precedente, per evitare che marcisca o ammuffisca. Ogni petauro ha gusti personali, ma prediligono frutta matura e molto dolce, come mele, banane, fichi, arance, pere, fragole, uva, meloni ecc. Fra le verdure paiono apprezzare carote, mais dolce, broccoli, cavolfiori, cavoletti, asparagi e peperoni.
Non esiste una dieta fissa, variare gli alimenti permetterà al petauro di sperimentare nuovi sapori e gradualmente capirete quali sono gli alimenti che gli piacciono di più.
Il 25% della razione deve a base di proteine animale. Una base ideale è rappresentata da insetti, come blatte, grilli e cavallette, che possono essere acquistati in negozi che vendano cibo vivo per rettili. Camole del miele e tarme della farina sono più grasse, e possono essere usate come integrazione di tanto in tanto.
La carne magra cotta non dovrebbe superare il 5% delle proteine, ma può essere usata come premio per socializzare; alcuni utilizzano anche il tofu, che non viene però sempre apprezzato. Altre fonti proteiche usate sono lo yogurt (bianco e senza aromi) e l’uovo bollito e sminuzzato.
Per quanto possa sembrare disgustoso, la somministrazione sporadica di piccoli di topo o di piccoli uccelli viene gradita molto (fa parte dell’alimentazione che avrebbero in natura), fornendo molte vitamine, calcio e proteine; tuttavia questa pratica non è obbligatoria.
Sono state messe a punto varie “ricette” che includono miele, frutta e fonti proteiche frullate in modo da creare un alimento di consistenza semiliquida che però contenga tutti i nutrienti necessari (ed impedisca una selezione degli alimenti).
Un altro punto importante nell’alimentazione del petauro è la quantità (e l’eventuale integrazione) di Calcio, che deve essere in rapporto 2:1 con il fosforo.
Dato che frutta, insetti e gli altri alimenti sopraelencati sono molto ricchi in fosforo e poveri in calcio, per raggiungere questo obiettivo si utilizzano integratori di calcio puro, come il carbonato di calcio, l’osso di seppia tritato o alcuni integratori per rettili; la dose è di circa mezzo cucchiaio da tavola ogni mezzo chilo di alimento, dosaggio approssimativo di calcio è di mezzo cucchiaio da tavola per mezzo chilo di alimento. Ovviamente la quantità di alimento che prepareremo fresco ogni sera è molto meno, quindi la quantità sarà proporzionalmente più ridotta. Empiricamente si può utilizzare un pizzico di calcio da spolverizzare sulla razione quotidiana.
Se la dieta è varia e bilanciata, di norma non è necessario aggiungere vitamine. Un’integrazione vitaminica può essere consigliata nei soggetti gravidi e in allattamento, in quelli anziani e in quelli malati. In tal caso fatevi consigliare da un veterinario sul prodotto più indicato, e attenetevi strettamente alle dosi consigliate: anche un eccesso di vitamine è dannoso.

Se avete una voliera con più soggetti, può essere una buona idea distribuire il cibo in più punti, per evitare dispute.

Alimenti da evitare

Nonostante si chiamino “petauri dello zucchero” non è assolutamente consigliabile dare zucchero o alimenti artificialmente addolciti come cioccolata, frutta candita, merendine ecc.

  • Miscele di semi
  • Foglie di rabarbaro
  • Cipolle e porri
  • Aglio crudo
  • Menta
  • Fagioli crudi
  • Alimenti in scatola o con conservanti

Per saperne di più:
-“Feeding Behavior and Nutrition of the Sugar Glider (Petaurus breviceps)”. Ellen S. Dierenfeld, PhD, CNS; 2009
-“Comparison of Commonly Used Diets on Intake, Digestion, Growth, and Health in Captive Sugar Gliders (Petaurus breviceps)” Ellen S. Dierenfeld, PhD, Debra Thomas, DVM, Robin Ives, BS; Journal of Exotic Pet Medicine, Vol 15, No 3 ( July), 2006: pp 218-224.
-“Sugar Glider Nutrition Study” Ellen Dierenfeld, 2014

Introduzione di un nuovo soggetto

Come accennato i petauri possono essere molto aggressivi con i nuovi arrivati, e se si vuole introdurre un nuovo animale in una colonia già formata bisognerà utilizzare qualche accortezza, per essere certi che venga accettato.
Dopo aver effettuato un periodo di quarantena di almeno un mese in cui si verifichi la salute dell’animale (esame feci + visita veterinaria) dando il tempo ad eventuali malattie infettive di manifestarsi, si può procedere con il tentativo di inserimento.
Ci sono due tecniche prevalentemente usate: la prima, più drastica, consiste nell’inserire il nuovo soggetto direttamente nella gabbia della colonia, di giorno mentre tutti dormono. In questo modo il gruppo, insonnolito e meno reattivo, avrà una reazione meno violenta, ed dopo brevi e rumorosi litigi solitamente accetta il nuovo arrivato, che inizia subito a prendere l’odore del maschio dominante.
In caso di rifiuto, o di animali particolarmente difficili, si può provare un inserimento più graduale, mettendo le due gabbie fianco a fianco, in modo che gli animali abbiano modo di vedersi e annusarsi, ma non di attaccarsi; puà risultare utile scambiare gli arredi e i nidi, in modo che gli odori dei due gruppi si mescolino; dopo qualche giorno si può provare l’inserimento come descritto sopra, o ripetere l’operazione in caso di continuo rifiuto.

Come si maneggia

I petauri abituati sin da piccoli al contatto umano si mostrano di solito docili e non mordaci, mentre animali più “selvatici” possono essere difficili da gestire. 
Come per tutti gli animali, l’abitudine si crea manipolando con dolcezza e costanza gli animali sin da piccoli, e anche se all’inizio si rimedierà qualche morso o graffio, gradualmente il legame che si formerà porterà l’animale a fidarsi sempre più del proprietario.

Anche il petauro va dal veterinario

Per questi animali non sono previste vaccinazioni, ma è bene far fare una visita ed un esame delle feci subito dopo l’acquisto (da un veterinario esperto in animali esotici), ed è consigliato un controllo almeno 1 volta all’anno.
Considerata la natura spesso selvatica di questi animali, in alcuni casi la visita dovrà essere eseguita sotto anestesia.